Ispirarsi per crescere
Da sempre, si guarda e si impara dalle persone che si ammirano, ci si ispira a chi ha raggiunto quel posto di lavoro, quel successo, a chi ha acquisito competenze. Vedere che qualcuno ha ottenuto ciò che si desidera, dal punto di vista lavorativo, personale, economico, di vita, è uno sprone e un esempio. Nella vita di ogni persona ci sono dei modelli. Quando si è ragazzini, possono essere gli attori, gli sportivi, i cantanti, poi si passa a professionisti nel proprio settore. Per motivarsi e per prendere spunto si guarda a chi è riuscito a trovare quella posizione lavorativa o ottenere quel guadagno, domandandosi come ha fatto, come ha agito, cosa ha studiato, quali forze ha messo in campo.
Incontrare per sentire più vicino
Spesso poter vedere dal vivo quella persona era considerata un traguardo e una emozione. La forza del networking e degli incontri è proprio quella di trovarsi faccia a faccia, per eventi o per meeting, con le persone che ispirano, per poter ascoltare la loro esperienza ed eventualmente porre domande. Sono momenti di incontro che danno nuova motivazione, che rendono concreti i passi da intraprendere per emulare quella persona. A livello psicologico, permette di umanizzare i risultati ottenuti, di farli sentire più raggiungibili, mentre a livello pratico forniva un percorso, una roadmap di competenze da poter integrare.
Come tecnologia e AI impattano sulla percezione del ruolo di ispiratori
Negli anni, con l’affermazione della tecnologia e dei social media, si è diffusa l’idea di poter seguire i propri modelli, sentendoli vicini e a portata di mano, ma andando al contempo a togliere importanza agli incontri live. L’intelligenza artificiale ha invece portato a sostituire l’incontro con la ricerca di dati. Per trovare ispirazione, non serve emulare il percorso di un modello: Digitando una carriera nei motori di ricerca, si trovano in pochi minuti informazioni e infinite possibilità di formazione, da seguire e adattare. L’AI addirittura, se vengono usati prompt efficaci, sono in grado in tempi ancora più rapidi di rispondere a ogni domanda relativa a un traguardo, a una carriera, all’ottenimento di competenze, personalizzando un percorso in una breve conversazione.
Quando un chatbot sostituisce la formazione
È dunque sempre più semplice e immediato reperire informazioni, trovare le risposte alle proprie domande e identificare vie per acquisire competenze. Anzi, uno degli effetti ben poco positivi dell’implementazione della tecnologia prima e dell’intelligenza artificiale ora, è quello di far credere di non aver bisogno realmente di studiare e formarsi, perché è possibile avere le risposte ai propri dubbi a disposizione, senza ricerche infinite sui libri. Molti professionisti in ambito educativo e formativo manifestano le loro preoccupazioni per studenti che, a partire dall’infanzia, svolgono i compiti non più grazie alle loro competenze, a quanto hanno appreso, all’aiuto dei parenti, ma con chatbot come ChatGPT e Gemini, portando parecchi insegnanti a lanciare un dibattito su un reindirizzamento e un ripensamento del sistema. Il rischio immediato è una perdita di know-how, dove l’importanza della formazione, preferibilmente continua, e dell’aggiornamento vengono sostituite dalla comodità di poter trovare quanto serve, senza averlo mai davvero interiorizzato e senza averne una reale conoscenza pratica da inserire nella propria attività al bisogno. Se usata correttamente, l’AI porta a una facilitazione nello studio, a una infinita possibilità di approfondimento, ma deve essere usata con criterio e spirito critico.
Il paradosso: si teme di essere sostituiti e si sostituisce lo studio con l’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale, come ogni tecnologia, offre infinite possibilità che devono però essere necessariamente pensate a supporto all’attività umana e non al posto. L’AI viene usata in vari settori per automatizzare, semplificare, analizzare e prevedere, permettendo di snellire e velocizzare processi ripetitivi e/o pericolosi, ma si deve trattare di una integrazione, non di una sostituzione. D’altro canto, si rileva il paradosso di lavoratori che sono preoccupati di poter perdere funzioni e di conseguenza il posto di lavoro a favore di una integrazione tecnologica ma che al contempo promuovono una cultura dove allo studio e all’apprendimento si preferisce la ricerca tramite una conversazione con chatbot: come è possibile pensare di mantenere un ruolo in un mondo in continua e necessaria evoluzione se al contempo si delega la conoscenza alla stessa AI da cui si teme di essere sostituiti?
Il rischio di affidarsi al sapere tramite intelligenza artificiale è quello di una standardizzazione, poiché è noto come i chatbot e i sistemi generativi apprendano tramite un addestramento ottenuto mediante dati: li immagazzinano, li memorizzano, ne studiano connessione e collegamenti e danno riposte applicando gli stessi schemi che hanno perciò interiorizzato. Si ottengono quindi informazioni che vengono generate ex novo, personalizzate secondo i prompt che vengono inseriti, ma che si muovono secondo pattern simili, portando alla possibile diffusione di bias cognitivi che rischiano di standardizzare le competenze e le informazioni, con il pericolo di escludere correnti di pensiero meno diffuse ma non per questo meno efficaci. È indispensabile approcciarsi al mondo dell’intelligenza artificiale conoscendo i meccanismi che vi sottostanno, preservando il proprio spirito critico. Inutile poi sottolineare come venga perso, per definizione, l’elemento umano.
La forza del networking: il 13 novembre appuntamento con Cristina Scocchia
Ated invece continua a credere con forza nelle connessioni umane, nella tecnologia che viaggia fianco a fianco con la persona e ne rafforza le qualità e le unicità, non le sostituisce o le appiattisce. Per questo nei nostri eventi continuiamo a puntare sul networking, sul portare in Ticino persone che possano essere di ispirazione. Ad esempio, il 13 novembre durante la Digital Night sarà con noi Cristina Scocchia, attuale amministratrice delegata di illycaffè: ci racconterà la sua storia, che cosa l’ha portata a diventare un esempio di leadership al femminile, vincendo numerosi riconoscimenti prestigiosi. Siamo convinti che il suo speech, le interazioni col pubblico, le domande, possano portare qualcosa che l’intelligenza artificiale (ancora e forse mai) non può dare, una ispirazione che accende, che spinge a dare il meglio.
Il calendario Ated: formazione, consapevolezza e networking
Avere le nozioni necessarie e la guida digitale per arrivare a raggiungere dei traguardi non equivale a toccare con mano e a confrontarsi con chi ce l’ha fatta. Ciascuno raggiunge i propri successi con un metodo peculiare, mettendosi non solo le proprie hard skills ma anche il proprio modo di essere, di porsi, di comunicare, di risolvere problemi, che l’AI e la tecnologia in genere non possono cogliere ed emulare. Crediamo fortemente nel networking, nel continuare a trarre ispirazione da persone che hanno sfruttato non solo il loro talento ma anche l’evoluzione a favore della loro visione. Ciò non significa non utilizzare quanto il mondo tecnologico mette a disposizione, ma farlo in modo da valorizzare le proprie competenze e il proprio modo unico di operare e di trovare il proprio percorso professionale. Eventi come la Digital Night si inseriscono in un calendario che mira a presentare vari lati dell’evoluzione, come la necessità di formarsi continuamente per usare l’intelligenza artificiale e la tecnologia a proprio favore, con sicurezza e competenza, e di porre un occhio attento alla sicurezza. Portano il lato umano, esperienziale, motivazionale ed ispirazionale, mirano a far conoscere come persone in campi diversi, con motivazione e talento, usano le risorse per diventare chi desiderano, e non vengono usati dalle tecnologie per standardizzarsi.
Prossimi eventi
10 novembre: Corso Cisco CCNA 2025-2026, Corso di preparazione al conseguimento della Certificazione Cisco CCNA
13 novembre: Digital Night con Cristina Schocchia
13 dicembre: CoderDojo 2024/2025
 
          
