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24 feb 20233 min

Il caso di Febo tra robotica e design

Dalle competizioni internazionali di robotica della First Lego League in cui primeggia la squadra Smilebots, nascono progetti come Febo pronti per entrare nella vita di tutti i giorni.

  

Articolo completo apparso sul Corriere del Ticino.

 

Le contaminazioni tra tecnologia e design hanno creato negli ultimi anni prodotti di grande suggestione. E ci sono marchi che hanno proprio nella cura della forma con cui si presentano il loro punto di eccellenza. Basti pensare ad automobili, sistemi di illuminazione o ai principali dispositivi digitali, come tablet e smartphone, che maneggiamo costantemente. Assistiamo a una tensione verso il bello, che spesso ci induce all’acquisto di impulso e alla necessità di fare nostro l’ultimo modello di cellulare o di televisore di tendenza. Ma a volte, la scintilla che determina la creazione di un nuovo prodotto nasce da incontri davvero imprevedibili. «Per esempio – ci racconta Corrado Corsale, mentor del gruppo Smilebots e coordinatore delle squadre di robotica promosse da ated4kids proprio con i ragazzi che seguo da alcuni anni nelle competizioni della First Lego League abbiamo ideato alcuni prototipi, che oggi stanno evolvendo in dispositivi intelligenti non solo utili, ma anche molto belli esteticamente, grazie all’intervento di Tommaso Freda, Head Of Design di A++ Human Sustainable Architecture».

 

Ma in che senso una gara di robotica può creare i presupposti per la realizzazione di oggetti di design? E cosa è Febo?
«È in effetti un incrocio che va spiegato. Può sembrare strano e anomalo che i componenti della squadra Smilebots, oltre che formidabili nelle competizioni a cui partecipano, siano anche degli inventori. Ma in realtà fra gli scopi della sfida internazionale vi è proprio la risoluzione di problemi reali con progetti e idee originali. E quindi a seconda della sfida lanciata dagli organizzatori, abbiamo sviluppato idee e prototipi, che con il tempo e con la sintonia con l’incubatore di idee A++ stiamo facendo evolvere in prodotti e dispositivi particolarmente utili. E il nostro fiore all’occhiello si chiama Febo, un dispositivo intelligente che, grazie allo sviluppo realizzato da Tommaso Freda, è diventato un prodotto di design, bello e di grande prospettiva».

Ma in cosa può rivelarsi utile Febo e quali applicazioni offre ad oggi?
«Febo sembra ad un primo sguardo una colonnina che illumina e proietta immagini. Ma in realtà è un dispositivo Internet of Things (ovvero, la cosiddetta internet delle cose per cui i dispositivi sono intelligenti e connessi in rete) capace di rilevare, raccogliere e condividere dati attraverso una piattaforma dedicata. Febo, utilizzando molteplici sensori, per esempio, può raccogliere i dati geolocalizzati di pressione, temperatura, umidità, rumore, vibrazione, illuminazione, qualità dell’aria, presenze del punto in cui è stato posto. Ma l’elemento che forse lo rende più particolare è che può trasformarsi in un innovativo strumento di comunicazione. Infatti, si possono programmare campagne informative e pubblicitarie personalizzate, permettendo così un’interazione con l’utente, superando il concetto di affissione classica. In pratica, abbiamo portato in una colonnina fisica, posta su strada, le potenzialità dell’advertising digitale, che si basa su misurazioni e analisi di dati. Infine, poiché il dispositivo contiene un innovativo sistema di illuminazione dotato di un sensore che rileva la quantità di luce presente, Febo in alcune aree pedonali poco illuminate può essere utilizzato come colonnina di SOS per chiamare e chiedere aiuto. Insomma, sbalordisce pensare che un gruppo di ragazzi dai 12 ali 16 anni possa aver ideato un oggetto con diverse opportunità di utilizzo e di sviluppo, ma è il grande valore delle attività che svolgo in seno ad ated4kids».

 

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