Ci sono alcuni luoghi comuni della tecnologia che è opportuno sfatare
Articolo apparso sul blog di ated-ICT Ticino sul TIO a questo link
Sono molti i luoghi comuni della tecnologia da sfatare. Per esempio, che il Mac non prende virus e che il vinile e superiore al CD o all’Mp3… Ecco un breve elenco ragionato di alcuni abbagli tech che imperversano e che ci confondono le idee.
Anche il mondo della tecnologia, come ogni ambito umano, ha nel tempo sviluppato alcuni luoghi comuni. Spesso sono delle vere e proprie fake news, ovvero notizie false e prive di fondamento, ma con il tempo si sono fissate nella memoria collettiva e in molti pensiamo che questi falsi miti siano veri e reali. A stilarne un elenco piuttosto corposo, evidenziando ben 10 abbagli tecnologici, è stata Fjona Cakalli, esperta di innovazione e alla guida di techprincess, un sito per scoprire, capire ma soprattutto utilizzare la tecnologia applicata alla vita quotidiana.
L’abbiamo incontrata e le abbiamo chiesto di raccontarci quali sono a suo modo di vedere i falsi miti più resistenti nel mondo dell’innovazione. «Bisogna per prima cosa dire che alcuni luoghi comuni sono solidi, diffusissimi e duri a morire. Esercitano un certo fascino soprattutto su chi ha meno dimestichezza con il tech e tende ad affidarsi a ciò che si dice in giro, nella convinzione che più una notizia ha circolato, più ha la patente dell’autenticità. Alcuni di questi luoghi comuni sulla tecnologia partono da un dato veritiero, altri sono palesemente falsi».
Fjona proviamo a elencarne qualcuno?
«Sicuramente uno dei più resistenti è quello relativo al fatto che i computer della Apple, i Mac, non prendano virus. È uno dei più celebri luoghi comuni sulla tecnologia. Che testimonia il fascino dell’azienda di Cupertino sull’immaginario di noi tutti. Certo, se il software viene aggiornato costantemente, grazie alle impostazioni di sicurezza integrate nel sistema, è difficile infettare il proprio Mac. Difficile, ma non impossibile! Anche perché, in effetti circolano meno virus per iOS: chi crea virus è di solito un grande narcisista, e si garantisce molta più visibilità attaccando i sistemi Windows e Android. Un altro falso mito riguarda l’altra faccia della medaglia: se Mac è infallibile, Windows è una frana e si impalla sempre. Ma non è corretto! Il fatto è che, essendo Windows un sistema aperto, vi si possono installare programmi e driver non sempre stabili e certificati. Quindi, se un programma va in crash, spesso è colpa del programma stesso. O, diciamolo pure, di chi lo ha installato senza avere sufficienti garanzie».
Altri luoghi comuni falsi riguardano il mondo della fotografia e dell’audio digitale, vero?
«Esatto! Molti pensano che più megapixel ci sono nella fotocamera del cellulare, più si hanno belle foto. Ma non è esattamente così. Su una fotocamera compatta o uno smartphone, a parità di dimensione del sensore, un maggior numero di pixel significa ovviamente pixel più piccoli. Quindi, con minore capacità di catturare luce e maggiore propensione a generare il cosiddetto rumore. Inoltre, ormai si stampa poco e si adoperano soprattutto monitor o televisori per vedere le immagini. Perciò, 8 megapixel sono più che sufficienti per visualizzare una foto su uno schermo 4K. E anche sotto il profilo della resa audio circolano delle sonore bufale, per esempio che una traccia audio nel formato Mp3 si senta come un CD. Ma l’Mp3 è un formato audio compresso, che ha inevitabilmente una resa inferiore a quella del CD. Al capo opposto stanno gli inguaribili romantici, i quali sostengono che nessuna delle diavolerie tech moderne può eguagliare il suono caldo e soffice del vinile. Una leggenda metropolitana anche questa! Infatti, è stata da più parti smentita la presunta superiorità del caro, vecchio disco».
Infine, sentiamo spesso dire che la tecnologia ci disumanizza forse anche sulla scorta di film di fantascienza, che spesso terrorizzano un po’ sul futuro iper digitale che ci attende. Fjona, tu che sei immersa in questo scenario tech cosa ne pensi?
«Devo dire che tra tutti i luoghi comuni sulla tecnologia, questo è il più ingenuo e forse anche il più delicato da smontare. La frase viene immancabilmente ripetuta all’indomani di ogni invenzione che cambia il mondo e, soprattutto, il nostro modo routinario di fare le cose. Questo perché spesso le persone oppongono una certa resistenza al cambiamento e poi perché le grandi svolte e innovazioni spaventano.
È vero, gli ultimi approdi della tecnologia sono allo stesso tempo pieni di fascino e di rischio. Ma bisogna essere onesti e trasparenti con noi stessi: non c’è niente di completamente angelico o demoniaco anche nell’invenzione più spinta. Dipende sempre dall’uso che se ne fa».
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