TeleTicino ha invitato Maurizio Siracusa a parlare di deep web: cos’è, come funziona, perché non dobbiamo averne paura, ma consapevolezza
Capita molto di rado che si parli di deep web in televisione, e ancora più raro è vedere in una redazione un atteggiamento privo di pregiudizi colpevolisti o analisi superficiali.
Questa settimana ci ha riservato una doppia bella sorpresa: il nostro evento del 7 novembre è stato un successo, e TeleTicino ha invitato il relatore Maurizio Siracusa, senior cyber security advisor in Sec Lab, a parlare di questo oggetto misterioso che è il cosiddetto dark web, la parte più oscura di Internet basata sul software Tor e l’anonimato.
Il servizio di Ruben Bassi, ha introdotto in modo eccellente questo tema complesso, prima spiegando la differenza tra deep web e la darknet - darknet è la rete anonimizzata, il deep web, invece, molto più grande, è la rete non indicizzata – poi spiegando altrettanto chiaramente che per quanto certamente bizzarri e talvolta illegali alcuni mercati al suo interno, la rete anonima è fondamentale per garantire libertà nei tanti Paesi che adottano restrizioni alla Rete e ai diritti civili.
È stato più facile così, per Maurizio, mettere le carte in tavola, in particolare tre grandi concetti. Il primo: il deep web e il dark web sono solo reti nelle reti, non alternative, non contrastabili, nascoste, ma non per questo illegali. Secondo: la natura stessa del dark web è rendere anonime non solo le persone ma anche le loro transizioni: non si limita a dissociare il discorso dall'identità, ma anche l’accordo economico, lo scambio, l’acquisto, garantito dai processi a catena delle cryptovalute. Infine, è inutile pensare di controllare il dark web solo perché ci spaventa ciò che ci si può trovare (farmaci, stupefacenti, armi, killer al soldo del miglior offerente, milioni di dati di carte di credito, credenziali di accesso a siti privati, criminali informatici as a service, ransomware, eccetera): vale sempre il principio del dual use, la Rete è uno strumento che può essere utilizzato per il bene o per il male come un coltello da cucina o un accendino. Ma soprattutto, Tor, il software alla base della sua efficacia, è stato creato negli anni Novanta dai laboratori della Naval Research statunitense per proteggere le comunicazioni militari segrete, perciò è ontologicamente impenetrabile, costruito per sopravvivere a tutto essendo alimentato dagli stessi computer che lo usano.
Parlare di deep web apre al discorso più generale nella security, più precisamente della security awareness, alla quale Security Lab crede molto, perché è sempre una questione di avere familiarità con le tecnologie, i loro impatti sulla nostra vita quotidiana e il lavoro, avendo consapevolezza di come funzionano e di come difendersi da chi le vorrebbe usare contro di noi.
A tal proposito, il prossimo 14 novembre all’Hotel Lugano Dante Center, Security Lab terra un corso di sicurezza informatica (questo come l’incontro del 7 in collaborazione con Ated Ticino) basandosi sul principio che l’anello debole della catena è sempre lo stesso: il fattore umano!