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VAR GROUP SA28 apr 20253 min read

Dall’automazione all’agentificazione: la nuova era della Data Science secondo Var Group

 

Viviamo in un tempo in cui le tecnologie corrono veloci, spesso più veloci della nostra capacità di comprenderle pienamente. L’automazione, che per anni è stata il motore dell’innovazione digitale, oggi non basta più. Non si tratta più solo di rendere automatiche le operazioni ripetitive, ma di costruire sistemi capaci di agire in autonomia, di adattarsi al contesto, di prendere decisioni intelligenti. In una parola: di agire.

Questo cambio di paradigma lo chiamiamo agentificazione.

È il passaggio dalla macchina che esegue alla macchina che collabora. Grazie alla Data Science – una disciplina che non riguarda solo dati, ma modelli, intelligenza e visione – stiamo disegnando agenti intelligenti capaci di interpretare i dati, contestualizzarli e trasformarli in azioni concrete. Che si tratti di un processo produttivo da ottimizzare, di una previsione di vendita, o di una strategia di rifornimento magazzino, questi agenti non si limitano a suggerire: intervengono.

 

Un esempio concreto? Hyperchat, la piattaforma sviluppata da Var Group per trasformare il modo in cui le aziende interagiscono con la propria conoscenza documentale. Non si tratta del solito chatbot, ma di un agente AI evoluto, capace di navigare, comprendere e restituire informazioni aziendali complesse con linguaggio naturale, estraendole da contratti, manuali, sistemi gestionali o documenti tecnici.

In Hyperchat, l’AI non è un’interfaccia: è un collega digitale. Parla la lingua dell’azienda, capisce il contesto, si collega in tempo reale alle fonti strutturate e non, si aggiorna, apprende. È progettato per integrare e non per sostituire, per aumentare la capacità decisionale, ridurre il rumore informativo e supportare il lavoro umano con precisione e tempestività.

 

Questi nuovi sistemi sono il risultato di un lavoro che unisce competenze analitiche, infrastrutture digitali e una profonda comprensione del contesto aziendale. Non parliamo di intelligenze generiche, ma di agenti verticali, progettati per rispondere a bisogni specifici e integrarsi nei flussi operativi con una logica human-in-the-loop: l’umano resta al centro, guida, supervisiona, insegna. L’agente apprende, migliora, propone.

Questo tipo di intelligenza, se ben orchestrata, consente di costruire ecosistemi adattivi: ambienti digitali in cui i processi si adattano ai cambiamenti in tempo reale, in cui l’errore non è più un fallimento ma un dato prezioso per migliorare. È un cambio culturale prima ancora che tecnologico.

Ed è proprio questo che cerchiamo di fare con il nostro team Data Science in Var Group: integrare l’AI nei contesti industriali e di business con responsabilità, efficacia e visione. Dai sistemi di raccomandazione ai modelli predittivi, dagli algoritmi di controllo qualità all’analisi del rischio creditizio, il nostro obiettivo è creare un vantaggio competitivo sostenibile, umano-centrico e scalabile.

 

L’agentificazione è anche una risposta a una nuova esigenza di governance: in un mondo in cui i dati si moltiplicano, avere strumenti che sappiano non solo leggere, ma anche agire in coerenza con regole e obiettivi, diventa un fattore chiave. Serve fiducia. Serve trasparenza. Serve progettazione.

E serve anche una visione nuova dell’innovazione: meno legata al fare di più, più legata al fare meglio.

Per questo, accanto ai progetti tecnologici, in Var Group investiamo moltissimo su cultura, formazione, governance. Non c’è trasformazione digitale senza trasformazione organizzativa. Non c’è intelligenza artificiale efficace senza intelligenza collettiva.

 

Oggi, parlare di Data Science non significa più solo parlare di numeri o algoritmi, ma di agenti attivi di cambiamento. Significa costruire aziende più consapevoli, capaci di adattarsi, di prevedere, ma anche di rispondere con senso e responsabilità.

Il futuro della tecnologia non è soltanto smart. È collaborativo. E in questo futuro, la Data Science – quella giusta, progettata bene, messa al servizio delle persone – può essere il motore di una nuova economia della conoscenza. Un’economia dove i dati non solo raccontano, ma agiscono, decidono e creano valore

 

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