Articolo apparso sul blog di ated-ICT Ticino ospitato su TIO
C’è una storia, di cui abbiamo parlato qualche mese fa durante le Olimpiadi in questo articolo, che mostra come si possa traghettare il giornalismo verso una nuova fase e forse nuova era. Si tratta di The Athletic, il sito sportivo migliore del mondo, che è stato comprato nei giorni scorsi dal New York Times per oltre 500 milioni di dollari. Come ci racconta Francesco Oggiano, giornalista italiano esperto di media che collabora con Will, Vanity Fair, Wired, Il Foglio, nella sua imperdibile newsletter Digital Journalism: «Puntare sulla qualità dei contenuti e sui talenti che li producono porta solo grandi soddisfazioni e grossi soldi a chi investe. The Athletic viene lanciato nel 2015, quando due dipendenti dell’app di fitness Strava, entrambi appassionati di sport, si rendono conto che manca un grande giornale sportivo di qualità. Così decidono di fare un prodotto inedito. Queste sono le caratteristiche che definiscono da subito: niente titoli clickbait, solo storie e reportage di altissima qualità, scritti da firme sportive con un seguito personale di fan preesistente. Completano il format di successo editoriale la scelta di non avere pubblicità e di avere impostato un modello basato sugli abbonamenti: circa 9 dollari al mese per leggere tutto».
I due fondatori, Alex Mather e Adam Hansmann, quindi, per tre anni si mettono a visitare tutte le città degli Stati Uniti e del Canada. In ognuna, cercano di rubare alla concorrenza il miglior giornalista sportivo locale, offrendogli cifre pazzesche, tra l’altro proprio in un momento in cui i media tradizionali arrancano.
Ma come viene assunta e ingaggiata la squadra di penne e firme?
«Il processo di corteggiamento, con offerte a sei zeri e inviti in hotel a 6 stelle, diventa oggetto di culto tra i reporter del settore. Chiunque, vuole essere approcciato da The Athletic ed entrare nella redazione. In sintesi: il trucco è avere la migliore squadra pagandola il 30-40% in più di prima. E la frase che uno dei due startupper dice ogni volta ai giornalisti per convincerli è questa: “Non esistono piccole squadre. Esistono solo grandi storie”. E nel giro di otto anni, il giornale arriva ad avere più di: 1,3 milioni di iscritti, 80 milioni di fatturato, 600 dipendenti (di cui 400 in ambito editoriale)».
Il Covid e la pandemia come modificano l’ascesa di The Athletic?
«Durante la pandemia, arrivano gli squali, che vogliono giustamente accaparrarsi il sito e i suoi abbonati. Ma a vincere è il New York Times, che sborsa mezzo miliardo. Credo sia l’acquisizione più grande della storia del Times, dopo quella del Boston Globe nel 1993 (1 miliardo di dollari, ma finì malissimo…). L’accordo ha senso. Il Nyt ha 1 miliardo di dollari cash. Durante tutta la pandemia ha fatto una serie di acquisizioni più piccole (es: Audm, Serial, HelloSociety, ecc.). Ha 7,6 milioni di abbonamenti digitali totali, e punta ad arrivare a 10 milioni entro il 2025. Con l’acquisizione del The Athletic e dei suoi 1,3 milioni di abbonati, il Nyt è arrivato già a 9 milioni e si prepara a raggiungere anzitempo l’obiettivo di 10 milioni. I due startupper rimarranno dentro The Athletic e il sito rimarrà separato dal Times editorialmente».
Infatti, Alex Mather e Adam Hansmann, fondatori di The Athletic , continueranno a guidare l’azienda al completamento dell’acquisto come direttore generale e co-presidente e direttore operativo e co-presidente, rispettivamente. «L’acquisizione di The Athletic ci posiziona per essere un leader globale nel giornalismo sportivo», ha detto Meredith Kopit Levien, presidente e Ceo di The New York Times Company, per il quale The Athletic «è un grande complemento a The (NY)Times»
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