Articolo apparso sul TIO nel blog curato da ated-ICT Ticino a questo link
Se parliamo di Intelligenza Artificiale o AI, ci riferiamo a una tecnologia in cui i sistemi rispondono e interagiscono in tempo reale. Si tratta di ideare algoritmi di deep learning che sono ispirati ai modelli di apprendimento umani. Ma esistono approcci e architetture molto diverse fra loro, che variano soprattutto nelle modalità di costruzione della tecnologia che sta alla base dell’Artificial Intelligente (ovvero, AI).
Fra le principali soluzioni presenti sul mercato, si segnala l’infrastruttura messa a punto da Sensytouch. Una realtà con sede in Spagna, ma con team di sviluppo internazionale condotto dall’Ing. Fabio Cortivo. Un'impresa a trazione italiana, fondata da un imprenditore visionario, Eolo Tagliavini, che da alcuni decenni si occupa di investire in tecnologie e innovazioni di frontiera.
Dottor Tagliavini, ci spiega in cosa consiste la vostra formula e approccio all’Intelligenza Artificiale? E in cosa si differenzia rispetto ad altri modelli presenti sul mercato?
Si fa in effetti un gran parlare di AI o Intelligenza Artificiale, soprattutto perché in questi ultimi anni si è innescato un meccanismo ed effetto moda. Una notorietà che è certamente dovuta ai sistemi che iniziano ad affollare sempre più le nostre case, da Alexa di Amazon a Google Home. In Sensytouch abbiamo ideato una nostra tecnologia AI brevettata, che è nata dopo ben 16 anni di sviluppo. È una “piattaforma”, basata sull’ingegneria linguistico computazionale e informatica, costituita da una grande base di dati e concetti, che sono condivisi per tutti i clienti, attraverso una rete neurale costituita da nodi e relazioni. Si tratta di un algoritmo, in grado di apprendere concetti e migliorare continuamente la propria performance con la possibilità di potersi interfacciare con sistemi gestionali e informatici già presenti presso il cliente. In questo modo, l’intelligenza artificiale viene addestrata tramite concetti, permettendo in primis un risparmio di tempo e denaro e non “istrutita” attraverso contenuti massivi, come spesso succede con alcuni device domestici che le citavo prima. Il sistema ricrea così il funzionamento del cervello umano e noi non facciamo altro che addestrare questo cervello con i concetti. E infatti il semplice “risponditore” diventa intelligente, in grado anche di interagire con le persone, conversando con loro liberamente.
Ci sono alcune caratteristiche che entrano in gioco nelle vostre soluzioni che mostrano in modo chiaro quali evoluzioni sono oggi già possibili. Ce ne racconta alcune?
Certamente in un mondo globalizzato come quello attuale, la possibilità per una città che ha anche una sua vocazione turistica, come ad esempio Lugano, di poter dialogare in tutte le lingue parlate da chi la attraversa, è un vantaggio enorme. Il nostro assistente virtuale è già in grado di riconoscere la lingua con cui viene effettuata la richiesta dal turista che la pone, per rispondere con il medesimo idioma. Il sistema può attivare un avatar virtuale o un chatbot capace di rispondere e gestire più utenti in contemporanea, in più lingue 24/24 e 7/7. Avere a disposizione un virtual operator che mi consigli hotel, ristoranti e acquisti in base alla mia etnia e permetta alle strutture di incrementare le vendite sia offline che online oggi è realtà. Qualora si necessiti dell’ausilio di personale qualificato, come un consulto medico, abbiamo abilitato anche la possibilità di scalare su operatore, al fine di assecondare in tempo reale alle richieste dell’utente, che per legge la macchina non può dare. Anche qui esiste sempre la possibilità di attivare una traduzione simultanea nella lingua richiesta dall’utente.
Un’altra applicazione che deriva direttamente da questo nostro approccio investe il mondo medico e sanitario, così messo a dura prova dall’ultimo anno e mezzo per effetto delle ondate pandemiche. Possiamo dotare ospedali, centri di cura e personale sanitario di una soluzione tecnologica che in autonomia effettui un primo screening per poi scalare su operatore per dare la diagnosi corretta consentendo al medico di rispondere nella propria lingua madre, ma la risposta viene automaticamente tradotta nella lingua del paziente. E poi per rimanere sempre nell’ambito della cura l’utilizzo dei nostri algoritmi di computer vision consente di rilevare parametri vitali come il battito cardiaco e la frequenza respiratoria senza dispositivi da indossare, ma semplicemente attraverso l’analisi dei fotogrammi delle videocamere. E infatti l’applicazione ipotizzata sono le residenze per anziani, gli asili o scuole dell’infanzia per prevenzione e allarme in caso di malori. Ma la combinazione di varie tecnologie proprietarie consente il monitoraggio del livello di dipendenza digitale, attraverso l’analisi dell’utilizzo di pc, tablet e smartphone. E qui l’applicazione può essere declinata nella lotta alla ludopatia infantile.
Nelle nostre vite quanto saremo sempre circondati da AI e soluzioni intelligenti?
L’evoluzione tecnologica è arrivata a un livello tale che è un nostro obiettivo primario sviluppare al meglio le soluzioni da proporre al mercato. Se penso all’ultimo anno e mezzo che ci ha investiti, posso solo rimarcare come si potrebbe attraverso l’AI rendere più efficiente la gestione, il monitoraggio e il tracciamento di chi si ammala per il Covid, così da sostenere più efficacemente il mondo della sanità e delle strutture di cura coinvolte. Garantire un interscambio di informazioni è un elemento clou nell’AI, ma a ben vedere è anche il fattore critico di successo per debellare ogni futura pandemia. La condivisione dei risultati (dalle terapie, ai protocolli ai vaccini) nell’ambito della comunità scientifica e di ricerca è già prassi e non possiamo non sostenere o dotare di infrastrutture intelligenti questo mondo. Avremo così ricadute incredibili sull’ambiente e sulla salute della popolazione.
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