Articolo apparso sul blog ated-ICT Ticino e disponibile a questo link
Se per mesi abbiamo tessuto le lodi del “remote working”, arriva ora uno uno studio promosso dall’Università di Stanford che identifica una sorta di malattia per l’eccesso di videocall. Si tratta della cosiddetta "zoom fatigue", che però riguarda anche le molte altre piattaforme di video chat che in questi ultimi dodici mesi sono diventate molto popolari. In sintesi, recita lo studio, avrebbero tutte dei difetti di progettazione che esaurirebbero la mente e il corpo umano, se utilizzate per troppe ore di seguito. In particolare, i ricercatori americani hanno individuato 4 cause e problematiche, di cui esistono, per fortuna, alcuni semplici rimedi per mitigare i loro effetti. Vediamo nei dettagli quali sono.
1) Il tempo in cui si mantiene il contatto visivo fra le persone nelle videochat è di molto aumentato. In una riunione in presenza le persone guardano l'oratore, ma prendono anche appunti o possono ogni tanto spostare lo sguardo anche altrove. Invece, nelle chiamate con Zoom, Teams, Meet etc, tutti guardano tutti, per tutto il tempo in cui si è connessi. Ascoltatori e relatori rivestono lo stesso ruolo, perché anche se non si deve parlare nella riunione, si è comunque fissati dai partecipanti per tutta la durata del collegamento, soprattutto quando la sessione è a tutto schermo.
Suggerimento: evitare lo schermo pieno e ridurre la grandezza della finestra in cui avviene la riunione.
2) Vedersi (vedere la propria faccia) durante le videochat è innaturale. La maggior parte delle piattaforme video mostra un riquadro di come appari sulla telecamera durante una videoconferenza. Ma questa continua esposizione è artificiale. Secondo i ricercatori di Stanford: “Nel mondo reale, se qualcuno ci seguisse costantemente con uno specchio mentre parliamo con le persone, prendiamo decisioni, diamo una risposta, riceviamo un feedback, sarebbe una situazione assurda e pazzesca. Nessuno lo prenderebbe mai in considerazione.
Suggerimento: usare l’opzione nascondi la propria vista, così da essere meno esposti e visibili, soprattutto se le riunioni sono molte nella giornata e piuttosto lunghe.
3) Le video chat riducono notevolmente la nostra mobilità, ci obbligano a stare fissi davanti alla videocamera, rispetto a conversazioni di persona o solo audio. Le conversazioni telefoniche personali e audio permettono agli esseri umani di camminare e muoversi. Ma con la videoconferenza, la maggior parte delle telecamere hanno un campo visivo fisso, il che significa che una persona deve generalmente rimanere nello stesso punto. Il movimento è limitato in modi che non sono naturali e spesso pregiudicano anche la nostra creatività e inventiva.
Suggerimento: prendiamo una tastiera esterna, posta più lontana dello schermo, così da poterla usare anche mentre ci muoviamo. Utilizziamo una telecamera che catturi l’immagine della stanza e non solo del primo piano e, poi, ogni tanto sfumiamo il video. In questo modo potremo prenderci qualche pausa per sgranchirci braccia e gambe.
4) Il carico cognitivo è molto più pesante nelle video chat. Durante le video conferenze dobbiamo interpretare o rispondere ai segnali non verbali delle persone con cui siamo riuniti. E spesso non è facile decifrare certe espressioni che, se fossimo nella stessa stanza riusciremmo a comprendere in un attimo. Un'occhiata di traverso a qualcuno durante una riunione di persona ha un significato molto diverso da una nostra espressione di disagio che assumiamo quando vediamo che una nostra figlia è appena entrata nel nostro ufficio casalingo!
Suggerimento: anche qui una pausa solo audio, staccando il video, può solo aiutare!